METODOLOGIA DELLA RICERCA: GLI STRUMENTI DI INDAGINE DEL SOCIOLOGO

 GLI STRUMENTI DEL SOCIOLOGO


METODI QUALITATIVI E QUANTITATIVI
I metodi qualitativi producono resoconti, analisi approfondite, descrizioni e valutazioni della realtà sociale in cui la quantificazione numerica è modesta o del tutto assente, mentre è centrale la preoccupazione di capire come e perché si verificano certi fenomeni sociali. Appartengono ai metodi qualitativi l'osservazione partecipante, l'intervista libera non strutturata, la trascrizione di fonti orali, le storie di vita.

I metodi quantitativi, si interessano maggiormente del "quanto e quante volte" e danno luogo a misurazioni dei fenomeni sociali sinteticamente esposte sotto forma di tabelle e statistiche numeriche o di rappresentazioni grafiche. 
Appartengono ai metodi quantitativi gli strumenti più usati nelle inchieste di medio raggio, come l'intervista e il questionario strutturati.

I metodi qualitativi consentono un'approfondita conoscenza di pochi casi esemplari o particolarmente significativi, la cui esplorazione comporta tempo, pazienza e notevoli risorse economiche.

I metodi quantitativi permettono un veloce screening di ampie quote di popolazione a cui vengono sottoposte le stesse domande preparate in anticipo; i loro pregi sono la velocità di esecuzione e il costo contenuto, e la loro collocazione ideale è un'indagine di tipo estensivo. 

Tra le indagini di tipo quantitativo, ci si può riferire alle ricerche sull'organizzazione del lavoro condotte dal sociologo Elton Mayo e l'indagine sull'antisemitismo del filosofo e sociologo Theodor Adorno, imperniata sulla misurazione degli atteggiamenti dei cittadini statunitensi verso gli ebrei. Si tratta di indagini standardizzate, ovvero caratterizzate da uniformità di procedura nella somministrazione di stimoli e domande ai soggetti della ricerca.

Il terreno di elezione della ricerca qualitativa è l'antropologia; il metodo qualitativo più conosciuto e usato è l'osservazione partecipante, in cui il ricercatore si mescola ai soggetti osservati e ne condivide le abitudini di vita. Questo metodo è stato messo a punto dai grandi antropologi del Novecento: Malinowski, Bateson, Mead, Benedict.

DIVERSI TIPI DI OSSERVAZIONE
L"'osservazione" è il metodo più indicato per registrare le varie manifestazioni del comportamento non verbale. 
I due tipi principali di osservazione sono quella "partecipante" e quella "non partecipante", in cui l'osservatore mantiene una posizione distaccata oppure fa in modo che i soggetti osservati non si accorgano della sua presenza.

Il metodo dell'osservazione partecipante è stato codificato dalla ricerca antropologica del Novecento.
L'osservazione non partecipante può essere condotta sul campo, ossia nelle condizioni abituali di vita e lavoro dei soggetti osservati, oppure nella situazione artificiale del laboratorio. un esempio del primo tipo di osservazione è la rilevazione delle interazioni sociali in un gruppo-classe, svolta da psicologi scolastici o dagli stessi insegnanti; un esempio del secondo tipo sono le osservazioni sulle dinamiche nei piccoli gruppi condotte su soggetti volontari in laboratori provvisti di specchi unidirezionali e di strumenti di registrazione.

I metodi osservativi presentano numerosi vantaggi: l'osservazione partecipante consente uno studio dettagliato, approfondito e protratto nel tempo e non introduce modificazioni nella situazione osservata, che mantiene quindi, nonostante la presenza del ricercatore, le proprie caratteristiche naturali; l'osservazione non partecipante condotta in laboratorio consente di tenere sotto controllo le variabili prescelte

I limiti delle indagini osservative sono: l'impossibilità di stabilire dei rapporti di causa-effetto tra due variabili, le dimensioni generalmente modeste del campione preso in esame e la difficoltà di ottenere una completa quantificazione dei dati; l'osservazione partecipante e gli studi longitudinali, ovvero protratti nel tempo, inoltre, sono impegnativi e dispendiosi.

GLI STRUMENTI DELL'INCHIESTA: IL QUESTIONARIO E L'INTERVISTA
Nella lingua inglese si definisce survey l'inchiesta di medio raggio, che serve per conoscere comportamenti e opinioni di ampie quote di popolazione. 
Gli strumenti di indagine più frequentemente utilizzati nell'inchiesta sono il questionario e l'intervista strutturati. 
Entrambi si compongono di una lista di domande, con la differenza che il questionario può essere recapitato per posta e compilato senza bisogno di assistenza, mentre l'intervista richiede sempre la presenza dell'intervistatore. 

Il questionario è una lista di domande strutturate (scelta multipla, vero/falso ecc.) o aperte alle quali il soggetto deve rispondere con la garanzia dell'anonimato. 
Essendo rivolte a campioni di regola molto numerosi, le domande devono essere brevi, chiare, semplici, prive di ambiguità e non tendenziose. 
Il questionario è lo strumento di indagine più indicato per raccogliere velocemente una grande quantità di dati sulle abitudini e le opinioni dei cittadini, allo scopo di "fotografare" una situazione sociale. 
Un altro vantaggio del questionario è la possibilità che offre di elaborare statisticamente le domande strutturate, in modo relativamente semplice e veloce. 
Il limite di questo metodo è l'assenza di flessibilità: il questionario, infatti, pone a tutti gli interpellati le stesse domande e non consente nessun tipo di approfondimento.

Nella conduzione del colloquio, l'intervistatore può essere direttivo o non direttivo; nel primo caso conduce il gioco, pretende risposte precise e lascia poca libertà all'intervistato; nel secondo si limita a stimolare l'interlocutore e cerca di metterlo a suo agio per farlo parlare liberamente. 

La tecnica non direttiva è particolarmente indicata nella raccolta di quegli ampi e dettagliati resoconti di vicende biografiche individuali che prendono il nome di storie di vita. 
Si tratta di narrazioni esemplari che tratteggiano e illuminano condizioni di vita di grande interesse sociologico.

ANALISI DEI DOCUMENTI
In sociologia si definisce documento ogni testimonianza registrata su supporti di vario tipo allo scopo di trasmettere o conservare informazioni. Il documento possiede quindi un'intenzionalità che non tutte le testimonianze hanno: un manufatto in legno, ad esempio, è sicuramente testimonianza dell'abilità dell'artigiano che lo ha scolpito, ma non si può definire "documento" perché non è stato creato per trasmettere informazioni.

Un'utile classificazione dei documenti li distingue in:
> personali: lettere, diari, fotografie, filmati realizzati per uso privato; 
> pubblici: verbali di riunioni, pagelle e registri scolastici, leggi e regolamenti, sentenze dei tribunali, materiale di archivio degli uffici, programmi radiofonici e televisivi, stampa periodica; > statistici: pubblicazioni curate da enti specializzati come l'ISTAT, il CENSIS; 
> scientifici: studi e resoconti di ricerche già svolte nell'ambito delle scienze sociali.

Anche se a partire dagli anni Venti del Novecento la ricerca sociologica si è spostata sul campo, privilegiando i metodi di inchiesta e l'osservazione diretta dei comportamenti, l'analisi dei documenti resta comunque ancora oggi un metodo importante e praticato. 

Per "far parlare" i documenti e ricavarne le informazioni che interessano si possono usare tecniche qualitative o quantitative: le prime portano a descrizioni, valutazioni, ricostruzioni di abitudini e mentalità, mentre le seconde servono per ricavare dati numerici, elenchi e misure.

 Attraverso una serie di sofisticate procedure si arriva a una mappatura del campione preso in esame, "unità di analisi", che rivela quante volte, in che modo e per quali scopi il contenuto che interessa è presente nell'unità di analisi prescelta. 

Il vantaggio dell'esame dei documenti è la sua praticità: si tratta di una tecnica che permette al ricercatore di risparmiare tutto il lavoro di produzione dei dati mediante osservazioni, interviste, questionari e altri metodi, perché li offre già pronti e spesso ordinati e catalogati, come nel caso dei documenti di archivio. 

Lo svantaggio è che far parlare i documenti non è semplice e si ha spesso l'impressione di non cogliere la situazione sociale nella sua immediatezza, come accade invece registrando le reazioni dei protagonisti nei casi di interviste e questionari. 
un altro limite dell'esame dei documenti, che è importante tenere presente, è l'inevitabile parzialità dei documenti stessi. 


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