SOCIOLOGIA: GLOBALIZZAZIONE

 LA GLOBALIZZAZIONE: DI CHE COSA PARLIAMO?



I TERMINI DEL PROBLEMA

 La parola "globalizzazione" è entrata  solo recentemente nel lessico delle scienze umane e nel linguaggio quotidiano. 

Con globalizzazione si intende l'insieme dei processi di varia natura che tendono ad accorciare le distanze e a unificare il mondo attraverso la creazione di sistemi specializzati di portata mondiale  che agiscono  superando gli ostacoli rappresentati dalle barriere nazionali creando di fatto "una società globale" a cui tutti apparteniamo.


RADICI ANTICHE E MODERNE

Gli effetti della globalizzazione sono evidenti su scala mondiale da circa 20 anni: ma i processi storici di riduzione delle distanze e di unificazione politica e culturale di civiltà diverse non sono novità nella storia universale.  

Si può citare il progetto di Alessandro Magno che tentò di unificare Occidente e Oriente attraverso una reciproca assimilazione di ordinamenti politici, usi e costumi, oppure la civiltà araba che in Spagna e Sicilia , nei secoli IX e X dC, offrì l'esempio di una riuscita fusione di cultura e di convivenza tra popoli diversi.  

L'attuale globalizzazione si differenzia per le dimensioni planetarie dei processi che innesca, impensabili prima dell'espansione dell'economia di mercato e dello sviluppo dei mezzi di trasporto e di comunicazione, avvenuti nel XX secolo.

Le radici della globalizzazione attuale affondano nelle trasformazioni economiche e sociali dell'epoca moderna, ben delineate nel brano di Karl Marx e Friedrich Engels. In questo brano Marx e Engels colgono "profeticamente" alcuni caratteri economici e naturali della globalizzazione, in particolare l'interdipendenza, la crisi degli Stati nazionali, il mercato globale. 


VERSO IL VILLAGGIO GLOBALE

Lo sviluppo dei processi di globalizzazione ha presupposto alcuni eventi storici, che si possono così sintetizzare: 

> la fine (anni Ottanta/ Novanta del Novecento) della contrapposizione politica del mondo in due blocchi, occidentale e orientale , facendo riferimento a Stati Uniti e Unione Sovietica, e la fine del clima di guerra fredda che per molti anni aveva caratterizzato i rapporti tra le due superpotenze.  Da quel momento, l'ordine bipolare , basato sul terrore del conflitto atomico, ha ceduto il posto a una situazione politica mondiale di grande complessità e mobilità in cui non è ancora possibile vedere i segni di un nuovo ordine mondiale

> La cosiddetta terza rivoluzione industriale, una profonda trasformazione nei sistemi produttivi le cui caratteristiche principali sono: la nascita di nuovi settori produttivi (elettronica, informatica, telecomunicazioni); la trasformazione dei processi produttivi, con la diffusione dell'automazione nelle fabbriche; l'applicazione dell'informatica al settore secondario e terziario, nella grande industria quanto nei servizi commerciali, amministrativi e finanziari

> L'evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni, a cui l'elettronica ha dato un decisivo impulso (computer, internet, trasmissioni satellitari, telefonia mobile). 

Il mondo diventa, secondo la celebre espressione utilizzata dal sociologo Marshall McLuhan, un villaggio globale in cui la tecnologia, estendendo le nostre possibilità di conoscenza oltre il limite delle informazioni che ci vengono dai sensi, concentra  idealmente i luoghi e gli individui del pianeta in un'unica dimensione spazio-temporale. 









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