DOMANDE PAGINA 560

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1. COM'E' STATO LETTO IL VALORE DELL'UGUAGLIANZA NEL CORSO DELLA STORIA?
Scaturito tra il XVII e il XVIII secolo dalle riflessioni degli illuministi, il valore dell'uguaglianza è invocato con particolare passione nelle battaglie della borghesia rivoluzionaria, in opposizione ai privilegi di classe della nobiltà e del clero. Successivamente è confluito nelle costituzioni dei moderni Stati liberali, come garanzia di giustizia e di democrazia.


2. QUANDO LA DIVERSITA' COMINCIA A DIVENTARE UN VALORE, E PERCHE'?
Storicamente, il primo ambito in cui emerse la "diversità", intesa come le diverse esigenze e richieste dei cittadini allo stato, è quello della professione di fede, che fin dal Seicento fu causa di sanguinosi conflitti. Nell'Europa dilaniata dalle guerre di religione, vincolata dal principio del cuius regio eius religio, in virtù del quale i sudditi erano tenuti a professare lo stesso credo dei loro sovrani, da più parti si avvertì l'esigenza di tutelare la varietà delle confessioni e delle forme di culto. John Locke, nel Saggio sulla tolleranza e nella Lettera sulla tolleranza, affermò che, nel disciplinare la vita sociale, la legge dello Stato deve arrestarsi di fronte a quelle sfere di pensiero e di attività in cui ogni persona può far valere le proprie preferenze e convinzioni: tali sono le decisioni della vita privata, ma anche le opinioni filosofiche e le pratiche religiose. Il tema venne ripreso nel Trattato sulla tolleranza del filosofo Voltaire, il quale, traendo spunto da un caso giudiziario innescato da atteggiamenti di fanatismo religioso, esorcizzò l'intolleranza come uno dei peggiori mali sociali. L'appello alla tolleranza religiosa trova un'agevole collocazione all'interno del principio di uguaglianza: esso esprime l'uguale posizione, nei confronti della legge, di ogni forma di culto e degli individui che lo praticano. 


3. IN CHE MODO I MOVIMENTI SOCIALI DEL NOVECENTO CONTRIBUISCONO A CONNOTARE POSITIVAMENTE L'IDEA DI "DIVERSITA'"?
A connotare positivamente l'idea di "diversità" ha contribuito, nell'arco del Novecento, la riflessione condotta dai più importanti movimenti sociali, che, lottando per ottenere visibilità, spesso hanno avvertito la necessità di ribadire la propria distanza dalle norme e dai modelli socialmente vigenti. Ad esempio, il movimento femminista: nato con l'intento di emancipare le donne da uno stato di subordinazione giuridica e sociale, e quindi di ottenere una semplice "uguaglianza" di diritti, in un secondo momento esso è giunto a sottolineare positivamente e con forza la specificità della realtà femminile e ad additare nell'universo simbolico che caratterizza le donne un'alternativa all'ideologia patriarcale del mondo occidentale. Un altro esempio significativo del legame tra la lettura in chiave positiva della "differenza" e la moderna percezione della multiculturalità ci è dato dall'evoluzione del movimento dei neri americani, nella sua lotta contro la discriminazione sociale delle persone di colore. 

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