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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

DOMANDE PAGINA 538

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DOMANDE PAG. 538 CHE COSA INDICA E A QUALE REALTA' SI RIFERISCE IL TERMINE "PROLETARI"? Con l'affermarsi dell'industrializzazione e del lavoro salariato, in occidente aveva preso forma un nuovo soggetto sociale: la classe lavoratrice.  Con questa espressione, si deve intendere l'insieme di tutti quegli individui per i quali il lavoro costituisce l'unico potenziale mezzo di guadagno, in assenza di altre fonti di ricchezza.  Per designare queste persone si cominciò a utilizzare l'appellativo di proletari, ovvero coloro che "posseggono" soltanto i propri figli, la propria prole, anch'essi braccia potenziali da avviare al lavoro.  QUALI TRASFORMAZIONI DEL LAVORO DIPENDENTE SI SONO REGISTRATE NEL XX SECOLO? Con le trasformazioni del lavoro dipendente, si è sviluppato un fenomeno che ha caratterizzato l'economia dei paesi industrializzati nel corso del XX secolo: il processo di terziarizzazione.  Con questo termine si indica la progressiva

SOCIOLOGIA: IL LAVORATORE OGGI

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 IL LAVORATORE OGGI C'ERA UNA VOLTA ...LA "CLASSE LAVORATRICE" Con l'affermarsi dell'industrializzazione e del lavoro salariato, in occidente aveva preso forma un nuovo soggetto sociale: la classe lavoratrice.  Con questa espressione, si deve intendere l'insieme di tutti quegli individui per i quali il lavoro costituisce l' unico potenziale mezzo di guadagno , in assenza di altre fonti di ricchezza Per designare queste persone si cominciò a utilizzare l'appellativo di proletari , ovvero  coloro che "posseggono" soltanto i propri figli, l a propria prole, anch'essi braccia potenziali da avviare al lavoro. Dei proletari cominciarono a interessarsi molti studiosi, come gli economisti Jean-Charles Léonard Simonde de Sismondi  e Lorenz von Stein , il filosofo e sociologo positivista Henry de Saint-Simon e Karl Marx. Nei Manoscritti economico-filosofici (scritti nel 1844, ma pubblicati postumi nel 1932), Marx descrive la condizione del prole

SOCIOLOGIA: VERSO UN LAVORO PIU' FLESSIBILE?

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VERSO UN LAVORO PIU' FLESSIBILE? Verso gli anni Ottanta del secolo scorso la soluzione keynesiana al problema della disoccupazione è stata messa in discussione, e nell'ambito della riflessione sul lavoro e sull'occupazione è emerso un nuovo concetto: quello di flessibilità. UNA NOZIONE CONTROVERSA " Flessibilità " è un termine che indica la capacità di qualcuno o qualcosa di adattarsi facilmente a contesti o situazioni differenti; per estensione, può indicare anche docilità, malleabilità, disponibilità al cambiamento. In riferimento al lavoro, la flessibilità indica una situazione in cui le varie caratteristiche dell'attività lavorativa, tempi e luoghi del suo esercizio, aspetti economici e normativi che la definiscono, non sono stabili ma soggette a cambiamenti e fluttuazioni.  Alcuni studiosi distinguono tra flessibilità del lavoro , intesa semplicemente come possibilità di modificare l'attività del lavoratore per adattarla alle congiunture della produzi

DOMANDE PAG.532

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 DOMANDE PAGINA 532 1. QUALE DIFFERENZA C'E' TRA FLESSIBILITA' DI LAVORO E FLESSIBILITA' DI OCCUPAZIONE? Alcuni studiosi distinguono tra  flessibilità del lavoro , intesa semplicemente come possibilità di modificare l'attività del lavoratore per adattarla alle congiunture della produzione, e   flessibilità   dell'occupazione , consistente nella messa in discussione dei tradizionali aspetti giuridici e statutari del rapporto di lavoro, che privano il lavoratore di garanzie di sicurezza dell'impiego.   2. QUAL E' STATA L'IMPORTANZA DEL LIBRO BIANCO DI BIAGI PER IL DIBATTITO DI ITALIANO SULLA FLESSIBILITA' DI LAVORO? Nel nostro paese, il dibattito sulla flessibilità ha ricevuto un input decisivo dalla pubblicazione del Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia, che esponeva i risultati della ricerca commissionata nel 2001 da Roberto Maroni, allora ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, a un gruppo di esperti diretti da un noto studioso d